
In Italia sempre più famiglie devono affrontare le difficoltà legate all’invecchiamento della popolazione e alla mancanza di servizi territoriali integrati. Quando una persona anziana viene ricoverata, spesso subisce un peggioramento delle proprie condizioni e, al momento della dimissione, i caregiver non dispongono degli strumenti necessari per garantire una cura adeguata. Il progetto “Di nuovo a CASA” nasce proprio per colmare questo vuoto, promuovendo un modello di domiciliarità capace di accompagnare anziani e familiari nel delicato passaggio dall’ospedale alla casa.
Un nuovo modello di sostegno per anziani e caregiver
“Di nuovo a CASA” sostiene il rientro al domicilio degli anziani dimessi e offre ai caregiver un affiancamento concreto durante le prime settimane, quando il carico di cura aumenta improvvisamente e richiede competenze nuove.
Il progetto si basa su un approccio multiprofessionale, tempestivo e personalizzato, con l’obiettivo di ridurre il rischio di ricoveri ripetuti e migliorare la qualità della vita dell’intero nucleo familiare.
Come nasce “Di nuovo a CASA” e quali enti coinvolge
Il progetto è stato presentato ufficialmente il 30 marzo 2023 a Vicenza, nella Sala Stucchi, avviando una collaborazione ampia che coinvolge:
- Cooperative Sociali: Margherita (capofila), Fai Berica, Studio Progetto, Mano Amica
- ULSS 8 Berica
- ATS Arzignano e Vicenza
- 20 Comuni del territorio ULSS 8
- 1 fondazione, 1 associazione
- Confcooperative
“Di nuovo a CASA” si articola in tre fasi:
- Coordinamento territoriale
- Co-progettazione dello Smart Tool Kit
- Sperimentazione del servizio SAD+
Prima fase: mappatura dei bisogni e costruzione del servizio SAD+
La prima fase (maggio 2023 – maggio 2024) si è concentrata sulla costruzione di una governance solida, strutturata su due livelli:
- Cabina di Regia, con funzioni di indirizzo e coordinamento
- Tavolo Tecnico, luogo operativo e decisionale
In questa fase si sono realizzate:
- una mappatura completa dei servizi territoriali
- la raccolta dei bisogni delle persone anziane dimesse
- la definizione del target, individuato nei caregiver
- la progettazione del SAD+, il nuovo servizio domiciliare del progetto “Di nuovo a CASA”
Gli operatori hanno inoltre partecipato a una formazione di 12 ore sulla domiciliarità, sviluppando un linguaggio condiviso e una visione comune del concetto di cura a casa.
Il SAD+: un servizio innovativo nel territorio ULSS 8
Risultato centrale della prima fase è il servizio SAD+, che unisce:
- interventi socio-assistenziali
- prestazioni sanitarie (fisioterapia, logopedia, psicologia)
- uso di sensoristica ambientale
Il SAD+ si distingue per:
- attivazione rapidissima (entro 3 giorni dalla dimissione)
- presa in carico immediata (lo stesso giorno o il giorno successivo)
- intervento intensivo di 20 giorni
- supporto diretto al caregiver, formato nelle attività quotidiane di cura
Seconda fase: lo Smart Tool Kit e la tecnologia per la domiciliarità
Da maggio 2024 il progetto “Di nuovo a CASA” è entrato nella fase di co-progettazione dello Smart Tool Kit, in collaborazione con AIAS Bologna, specializzata in tecnologie per l’autonomia.
Cosa include lo Smart Tool Kit del progetto “Di nuovo a CASA”
Il kit è composto da sensori che:
- rilevano apertura di porte, finestre, frigorifero e cassetti
- monitorano il movimento nelle stanze
- rilevano presenza a letto o in poltrona
- includono un dispositivo vocale per promemoria e chiamate d’emergenza
Il kit è stato presentato durante una formazione rivolta a OSS e assistenti sociali, che avranno il compito di supportare caregiver e famiglie nel suo utilizzo.
Terza fase: sperimentazione del SAD+ e primi risultati sul territorio
Dal 10 marzo 2025 al 31 dicembre 2025, “Di nuovo a CASA” attiverà il servizio SAD+ nei Comuni partner, con l’obiettivo di raggiungere 80 famiglie.
A chi si rivolge il servizio
Il SAD+ è pensato per caregiver che assistono anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti dopo un ricovero ospedaliero, in particolare quando:
- il carico di cura aumenta improvvisamente
- la famiglia è disorientata o impreparata
- sono presenti rischi di burn-out
- servono competenze specifiche per igiene, mobilizzazione, vestizione, monitoraggio
Come avviene l’attivazione
Solo la COT – Centrale Operativa Territoriale può segnalare i beneficiari. Dopo un primo contatto con la famiglia, vengono programmati:
- valutazione domiciliare entro 24 ore
- definizione del piano assistenziale
- coinvolgimento dei professionisti necessari
La presa in carico prevede fino a 3 settimane e circa 20 ore settimanali di intervento.
I primi risultati del modello “Di nuovo a CASA”
Nonostante la sperimentazione sia in avvio, il modello di “Di nuovo a CASA” ha già sostenuto 44 famiglie, soprattutto a Vicenza e nelle aree meno servite del Basso Vicentino.
Perché “Di nuovo a CASA” rappresenta un cambio di paradigma
Il progetto segna un passaggio fondamentale: la domiciliarità non è più un ripiego, ma un luogo di cura progettato, accompagnato e sostenuto.
“Di nuovo a CASA” dimostra che, grazie alla collaborazione tra enti, tecnologie accessibili e formazione dei caregiver, è possibile costruire un sistema territoriale più forte, capace di rispondere concretamente ai bisogni degli anziani e delle loro famiglie.